Papa Francesco e il male minore tra Harris e Trump
Bergoglio orienta i cattolici statunitensi facendo una controversa analogia tra l'aborto e l'immigrazione
Papa Francesco ha dichiarato che gli elettori cattolici degli Stati Uniti devono scegliere il male minore alle prossime elezioni presidenziali Usa. Perché, i due candidati sono entrambi contrari alla vita. Infatti, il repubblicano Donald Trump respinge i migranti; la democratica Kamala Harris ammette l’aborto. Ma, ha senso l’analogia tra migranti e aborto?
Se traduciamo l’analogia del papa in una equazione, risulta così. Il migrante sta al feto come lo stato che respinge sta alla madre che abortisce. Vediamo le incongruenze.
Il migrante è un essere umano, dotato di desiderio, volontà, autonomia; egli vuole fuggire da un contesto sfavorevole ed essere accolto in un contesto favorevole, il paese di destinazione. Se questo paese lo respinge, frustra il suo desiderio e lo espone a una condizione di insicurezza fino al rischio della morte. Il feto è uno stadio dello sviluppo prenatale, privo di individualità e soggettività; è parte del corpo della donna in gravidanza. Se la donna abortisce, le conseguenze sono nulle. Lo stato che respinge i migranti agisce su altro da sé, la donna che abortisce agisce solo su di sé.
Lo stato è una comunità organizzata di persone su un dato territorio, detiene il monopolio della violenza ed il potere sovrano di decidere il proprio ordinamento e indirizzo politico. Dispone delle risorse che può decidere di investire, per accogliere o per respingere i migranti. I flussi migratori sono una condizione strutturale della globalizzazione che, da sempre, investe paesi di emigrazione e paesi di immigrazione, senza grandi sorprese. La donna in gravidanza è una persona, che può non disporre del potere e delle risorse, per gestire una situazione imprevista, come una gravidanza indesiderata. Lo stato, in quanto organizzazione, è uno strumento per la vita delle persone. La donna in gravidanza è un essere umano, uno, e non può essere trattata come uno strumento, bensì come un fine della vita.
Tuttavia, il papa, riferendosi a Donald Trump e Kamala Harris, candidati alla presidenza degli Stati Uniti, si riferisce al potere dello stato in materia di migranti e aborto. Quindi, l’equazione esatta dice che lo stato che vieta l’immigrazione sta allo stato che ammette l’aborto. Qui, un divieto e un permesso sarebbero entrambi contro la vita.
Concedendo questa visione estrema dal punto di vista dello stato, però, l’alternativa tra la vita e la morte è vera solo nella scelta tra accogliere e respingere i migranti. Se li accoglie, li salva; se li respinge li espone al rischio della morte. Viceversa, nella scelta tra ammettere e vietare l’aborto, l’effetto meno favorevole alla vita risulta essere il divieto, perché spinge le donne all’aborto clandestino o all’aborto autogestito, aumentando il rischio che a morire siano le donne stesse.
Da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti, il 24 giugno 2022, ha dichiarato incostituzionale la sentenza che garantiva in tutti gli Stati Uniti il diritto all’aborto (conosciuta come Roe vs Wade) 26 Stati su 50 hanno imposto limiti alle interruzioni volontarie di gravidanza più severi di quelli previsti fino ad allora a livello federale. L’effetto è stato sia l’aumento degli aborti legali negli stati dove l’aborto è ancora consentito, sia l’aumento degli aborti clandestini e autogestiti.
Infatti, le legislazioni che ammettono l’aborto, non si propongono di promuovere l’interruzione di gravidanza, ma sono parte di una strategia atta a contenerla fino a estinguerla, con l’educazione contraccettiva. Qui, è il grande punto debole della posizione della chiesa cattolica, che non vuole l’aborto e, nel contempo, non vuole nulla che possa prevenirlo, neppure il semplice preservativo.
La posizione etica della chiesa cattolica contraria all’aborto è legittima. Gli fa difetto la caduta criminalizzante. Che accusa di assassinio, senza mezzi termini, le donne che abortiscono e le legislazioni che ammettono l’aborto. Un’accusa in fondo inappropriata anche nei confronti dei governi e delle opinioni pubbliche xenofobe che, nella gestione dei flussi migratori, possono trovarsi in condizioni molto diverse, a seconda della quantità e frequenza della pressione migratoria, della situazione economica, delle tensioni comunitarie interne, della competizione politica e elettorale.
La stessa Kamala Harris, che nello schema del papa, rappresenta la candidata favorevole all’accoglienza, esprime una posizione di contenimento. Dice che bisogna affrontare la violenza e la povertà, le cause profonde dell’immigrazione dall’America centrale, allo scopo di aiutare le persone a ritrovare la speranza nel proprio paese, piuttosto che essere incoraggiate a emigrare. Durante un viaggio in Guatemala nel giugno 2021, la vicepresidente si è rivolta ai potenziali migranti dicendo loro «Non venite negli Stati Uniti, noi continueremo ad applicare le nostre leggi e a difendere i nostri confini. Se verrete, sarete respinti». In effetti, l’amministrazione Biden-Harris ha continuato ad attuare respingimenti diretti al confine senza proporre riforme significative per ampliare le vie legali di ingresso per migranti economici.
Persino Donald Trump ha finito per assumere una posizione articolata sull’aborto. Sebbene abbia appoggiato la revoca di Roe v. Wade da parte della Corte Suprema nel 2022 e sparato contro i democratici l’accusa assurda di volere l’interruzione di gravidanza fino al nono mese, il candidato repubblicano non sostiene un divieto federale dell’aborto, ma ritiene che ogni stato federato debba decidere la sua legge; ha criticato la Florida per avere imposto un divieto dopo solo sei settimane di gravidanza, reputandolo un tempo troppo breve; ha sostenuto le eccezioni per i casi di stupro e di incesto.
D’altra parte, l’accusa di essere contro la vita e a favore della morte, potrebbe essere lanciata contro una infinità di leggi, che chiunque può disapprovare. Tutte quelle che ammettono quanto basta il fumare, bere alcol, mangiare cibi processati, emettere gas serra, inquinare aria e acqua mediante fabbriche, riscaldamento, mezzi di trasporto, smaltimento dei rifiuti, circolare in automobile con limiti di velocità troppo alti, fare una vita troppo sedentaria, tagliare i finanziamenti alla sanità, ridurre le opportunità di socializzazione, fabbricare e vendere armi, sostenere guerre in attacco o in difesa. Ma un’accusa seria non può essere sparata a salve.
Se il papa e la chiesa cattolica sono convinti che l’aborto sia sbagliato fanno bene a sostenere il proprio punto di vista. Potrebbero farlo in modo tale da sembrare più coerenti con il loro messaggio a favore della vita. Ovvero, senza uccidere ogni possibilità di comunicazione e discussione.